mercoledì 31 luglio 2013

L'annegato più bello del mondo

A Jesolo, presso i locali del Kursaal, domani, 1 agosto, alle 21, c'è L'annegato più bello del mondo, una performance di lettura teatrale con Nives Carli ed Elisa Aiello. L'ingresso è libero.

domenica 28 luglio 2013

Gli artisti di questo episodio

SALVATORE ALESSI
Salvatore alessi è un pittore siciliano nato nel 1974. Ha studiato presso l’accademia di Belle arti di Palermo. Dopo svariate esperienze cinematografiche dirige nel 2010 il suo primo film, un uomo nuovo. Espone dal 2007 alla galleria Il Polittico di roma e dal 2011 alla galleria Forni di Bologna. Ha partecipato a diverse mostre collettive e personali in territorio nazionale e all'estero. Finalista al Premio arte e Premio lissone, è stato presente alla precendente Biennale di Venezia. Hanno parlato della sua opera: arnaldo romani Brizzi, Philippe Daverio, Beatrice Buscaroli, Nicolò D’alessandro.

ELISA ANFUSO
E' nata a Catania nel 1982.
Ha conseguito la laurea in pittura presso l’accademia di Belle arti di Catania e la specializzazione in Didattica dell’arte.
Nel 2010 è tra i vincitori del premio internazionale Arte Laguna, finalista al Premio Combat, riceve una menzione in occasione del Premio Celeste e vince il concorso Subway Edizioni. Nel 2011 è tra i finalisti del Premio Arte Mondadori. «Clinicamente sinistro, il lavoro di Elisa anfuso gioca all’inquietudine, a darsi per sottrazioni ad abitare i margini e i silenzi. Con lieve e perturbante grazia. le cose minuscole e consuete diventano indizi di sospensione tra mondi incantati e svanimenti stregati. Veicoli verso altri mondi da cui non sanno tornare. In cui si perdono. le cose sussurrano segreti profondi e paiono una lusinga, una tentazione. Diventano legame, fanno del corpo un oggetto, invertono inaspettatamente i ruoli diventando il centro della fiaba stregata. Poi ridiventano cose ad un batter di ciglia. Poi piccole porte aperte verso un altrove in cui fioriscono false primavere di fiori recisi, di uccelli di carta che non sanno cantare, di sguardi svagati, di adulte bambine con abbandono di bambole, di luoghi sognati con un tratto di matita, proprio come sanno fare i bambini». (simonetta angelini)

FRANCO ANZELMO
Franco anzelmo è uno scultore che vive tra Hong kong e shenzhen (Cina).
è nato a ravenna nel 1955 da genitori orafi. Il nonno era uno scultore del legno.
Diplomato all’accademia di Brera a Milano, ha poi studiato arte a Venezia e Firenze.
Nel 2011/2012 ha partecipato alla 54ª Biennale di Venezia.

ALESSANDRO ATTOMBRI
Alessandro attombri è nato a Treviso dove si è diplomato nella scuola d’arte del liceo artistico.
E' arrivato alla maturità artistica profondamente valorizzato da incisive esperienze in asia nel 1999. la sua pittura mira a dare un messaggio chiaro, a comunicare attraverso la simbologia la condizione umana contemporanea. artopere@libero.it

GIUSEPPE CIRACÌ
Nato a Brindisi nel 1975.
Inizia gli studi presso il liceo artistico Edgardo simone di Brindisi e prosegue diplomandosi con lode in Pittura all’accademia di Belle arti di lecce. Muove i primi passi in Puglia per poi trasferirsi nel 2003 a Milano, dove sviluppa le ricerche nell’ambito della pittura figurativa. Dal 2007 focalizza l’intera produzione sul tema del ritratto, reinterpretato in una chiave del tutto personale. Ha collaborato con i suoi dipinti al film-documentario Sigmund Freud, Il grande pensatore, regia di Ferruccio Valerio, il Centro storico, Milano 2007. è docente titolare di arte e Immagine e di Discipline Pittoriche. Vive e lavora tra Brindisi e Milano. Colleziona dal 1997 un’attiva partecipazione a collettive e personali su tutto il territorio italiano ed internazionale, da Catania a Milano, fino a Berlino e Bali (Indonesia). riceve numerosi premi e riconoscimenti tra cui i più recenti nel 2013 il Premio Ora, selezione della Giuria Curatoriale, san Donà di Piave (Ve), nel 2011 Mag Prize (Milano arte Giovane) spaziarti, Milano, 2° premio ed il Premio Celeste, Fondazione Brodbeck, Catania nel 2010.

GABRIELE COLLETTO
Nasce a Torino nel 1972.
si è diplomato al Primo liceo artistico di Torino nel 1996. In seguito ha frequentato vari corsi affinando la propria tecnica pittorica.
aerografista e decoratore d’interni per diversi anni.
Dal 2008 espone con mostre collettive e personali in tutta Italia.
Premiato nel 2013 con menzione d'onore al concorso Matteo Oliveri in saluzzo arte.

ROBERTA CONI
Diplomata nel 1999 all’accademia di Belle arti di roma nella sezione di pittura. Nel 1997 vince il Progetto borsa di studio Erasmus e frequenta il terzo anno di accademia presso la Facultad de Bellas Artes Alonso Cano di Granada, Spagna.
Dal 1999 al 2002 lavora come docente di pittura e storia dell’arte moderna presso la scuola Centro urbano di rocca di Papa (Roma).
Dal 2000 al 2002 opera come consulente storico dell’arte presso le scuderie al Quirinale e Mercati di Traiano di roma.
Nel 2005-2006 vince una borsa di studio come ambasciatrice culturale per il rotary International e frequenta l’Enrichment Program presso l’academy of art university di san Francisco, California (Usa).
Nel 2011 è tra gli artisti selezionati per il Padiglione Italia accademie della 54ª Esposizione Internazionale d’arte Biennale di Venezia.

IGNAZIO FRESU
Ignazio Fresu è nato a Cagliari e vive e lavora a Prato. la sua attività espositiva si svolge in Italia e in varie nazioni estere. Il tema della transitorietà di ogni cosa si riflette nell’attività dello scultore. la sua poetica si prefigge di dare un volto alla bellezza dell’effimero e di ritrarre l’eterno inganno perpetrato dal tempo. a tal fine le sue opere giocano di continuo sulla percezione della reale consistenza delle strutture esposte.
info@ignaziofresu.it www.ignaziofresu.it

FEDERICA GONNELLI
Nasce a Firenze nel 1981, dove a partire dal 1995 frequenta il liceo artistico e successivamente l’accademia di Belle arti. Dal 2001 sviluppa una profonda ricerca sul rapporto contenuto- contenitore, “giocando” con gli oggetti più disparati che ripone in scatole di legno e con immagini alle quali sovrappone, grazie alla trasparenza dell’organza, altre immagini. Dal 2003 propone le sue opere in mostre collettive, personali e vincendo vari concorsi sia in Italia sia all’estero. Nel 2006 consegue il diploma di alta Cultura artistica, in Pittura, presso l’accademia di Belle arti di Firenze, con tesi in storia dell’arte dal titolo L’Arte & L’Abito, conseguendo la votazione finale di 110 e lode. Contemporaneamente questa ricerca di spazio ha ampliato i progetti affiancando alla realizzazione delle opere tridimensionali anche performance, installazioni e video-installazioni.

JARA MARZULLI
Jara Marzulli, Bari,1977.
Diplomata all’accademia di Belle arti di Bari con il massimo dei voti, dal 1999 partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia (rezarte galleria, reggio Emilia; Fabbrica Borroni, Bollate, Milano; Palazzo Durini, Milano; E-lite studiogallery, Palazzo Pirola, Gorgonzola, Milano; E-lite studiogallery, lecce; Galleria Contemporanea roma; spazio Ex Manicomio, roma; Museo Pino Pascali, Polignano a Mare, Bari ecc.) e all’estero (Galleria akbank sanat, Istanbul, Turchia; Museo Maguncia, Buenos aires, argentina); è stata selezionata e premiata in tanti concorsi tra i quali Premio Morlotti, XII Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo, Castel sant’Elmo (Na), Premio Combat, Premio ORA, Wannabee Prize International Art Contest 2011. le sue opere sono pubblicate in numerosi cataloghi, articoli e riviste cartacee e digitali.
Vive e lavora ad adelfia (Ba), Italia. www.jaramarzulli.it

MARIANNA MERLER
Nata a Trento il 28/06/1976 dove tuttora vive e lavora.
Nel 1993 ha conseguito il diploma di maestro d’arte presso l’Istituto statale d’arte alessandro Vittoria di Trento e nel 1995 il diploma di maturità presso lo stesso istituto. Nel 2001 ha conseguito il diploma di laurea presso l’accademia di Belle arti di Venezia col massimo dei voti.
Dal 1993 ad oggi ha esposto in numerose mostre in Italia e dal 2011 a Berlino, New York e shanghai.
Il suo percorso artistico è vario, sempre teso alla ricerca ed alla sperimentazione; iniziato su basi pittoriche, che tuttora utilizza, si è espanso in questi anni verso la fotografia, il video, le installazioni e le videoinstallazioni.

STEFANO MOMENTÈ
Jesolo, 1961. Per stefano Momentè fare arte significa fare storia. l’artista, grazie alla sua ricerca costante, crea un manufatto sensibile in grado di collegare il passato, il presente e il futuro. Per arrivare a catalizzare nell’opera d’arte tali significati così intensi, eterni e globali, il creatore deve compiere un processo culturale, frutto di una libera indagine che si concretizza grazie ad un uso cosciente dei mezzi e delle tecniche offerte dall’arte stessa. è chiaro perciò che il fare ricerca intellettuale per Momentè significa sconfinare nella sperimentazione continua che si avvale dell'archetipo, inteso come rappresentazione di contenuti e modelli ideali o fisici presenti nell'umanità fin dai suoi primordi. Dal 2002 partecipa a numerose esposizioni in Italia e all’estero, sia personali che collettive. Tra queste: Arte Italia, a Vilanova y la Geltrù (spagna), nel 2005; la grande mostra d’arte contemporanea De-forma, a Castelbasso (TE) nel 2007; quattro edizioni di Ar(t)cevia, International Art Festival di arcevia (aN); Archiviarti, a Fabbrica Borroni, Milano, nel 2009. è stato fra gli artisti invitati a partecipare a krossing, evento collaterale della 53ª Biennale di Venezia, nel 2009.
Sue opere sono presenti in varie collezioni, pubbliche e private. www.zeptepi.org

DANIELA MONTANARI
Nasce a Varese nel 1969. Dopo il liceo artistico, si laurea in architettura presso il Politecnico di Milano, con specializzazione in Tutela e recupero del patrimonio storico e architettonico. Nel 2002, dopo essersi classificata per la seconda volta tra i finalisti del Premio arte Mondadori, abbandona la progettazione architettonica per dedicarsi esclusivamente alla pittura iperrealista. la sua prima mostra personale risale alla fine del 2003. In seguito è invitata a premi tra cui il Michetti, il Cairo Communication e il razzano, e partecipa a mostre collettive come Nuovi pittori della realtà al Pac di Milano, Contemplazioni a Castel sismondo di rimini, La nuova figurazione italiana alla Fabbrica Borroni di Milano, Imago feminae a Palazzo Guidobono di Tortona e HYPER alla Galleria restarte di Bologna. Il suo lavoro ha ricevuto riconoscimento critico in diverse riviste come art e Dossier, arte Mondadori, Elle, Juliet, segno.

MURAT ÖNOL
Nato a Istanbul, in Turchia, il 21 aprile 1971, dal 2001 risiede in Italia.
Durante gli anni del liceo inizia a interessarsi di poesia e all’università di musica, cinema e pittura.
Nel 1997 si laurea in lingua e letteratura francese.
Dal novembre 2009, fa parte della redazione del mensile Scheda su cui scrive articoli su arte, politica e sociale.
Nel 2010 ha creato il gruppo artistico La Banda Umana. lo scopo è di creare vari gruppi per la realizzazione di progetti artistici con la collaborazione di artisti e non artisti. Nel 2010 con lauraballa crea il gruppo artistico Verso.

ROBERTA PADOVANI
San Donà di Piave, 1964. Ha esordito in ambito figurativo privilegiando la rappresentazione della figura umana e dei suoi sentimenti. successivamente i suoi interessi si sono rivolti all’astrattismo e all’utilizzo di materiali e tecniche diverse, creando una pittura ricca di atmosfere e suggestioni. Nell’ultima produzione, la sua ricerca pittorica si è lasciata trasportare dalla tecnica del collage e dalla riproduzione di messaggi pubblicitari che diventano il presupposto per lanciare slogan inneggianti all’umana aspirazione verso Dio, l’amore, la profondità della vita. Espone dal 1991 in diverse collettive e personali, in Italia e all'estero. Tra le ultime: Arte Italia a Vilanova y la Geltrù (spagna), e Hype Gallery a Milano, nel 2005; una personale presso il Centro Culturale leonardo Da Vinci, sala Metallica, a san Donà di Piave, nel 2006; la grande mostra De-forma a Castelbasso (TE) nel 2007; Ar(t)cevia, International Art Festival, nel 2008, 2009, 2010 e 2011.

SALVATORE PELLEGRINO
Salvatore Pellegrino, siciliano, 1978, laureato in discipline delle arti, della Musica e dello spettacolo, indirizzo cinema e fotografia. Ha realizzato videoclip per alcune produzioni musicali indipendenti, si è occupato di documentaristica collaborando con Nello Correale, salvo Cuccia, Marco Bellocchio. Ha pubblicato su web Consequences, un lavoro di ricerca e sperimentazione sul tempo in fotografia per il collettivo NeoPa36.

DORIAN REX
Dorian rex (Elisa Ciregia) nata a Verbania, classe 1982, si fissa sulla manipolazione malata e incontrollata di foto di soggetti/oggetti indipendenti semanticamente, ma che la sorprendono e che quindi deve necessariamente mettere insieme per rispondere a una necessità interiore inspiegata e urgente. laurea Triennale in Informatica umanistica, laureata in Grafica Interattività e ambienti Virtuali presso l'università di Pisa.

venerdì 26 luglio 2013

Federica Gonnelli e Dea Madre

«LA MIA RICERCA SI DELINEA COME UNA SPERIMENTAZIONE CONTINUA DI TECNICHE E DI MATERIALI, CON L'OBIETTIVO DI SOTTOPORRE L'IMMAGINE A UN PROCESSO ASSIDUO DI VERIFICA E COSÌ TESTARNE OGNI POTENZIALITÀ. LA VOLONTÀ È QUELLA DI PROCEDERE TRAMITE E OLTRE L'APPARENZA, CIOÈ DI QUANTO PRIMARIAMENTE COLPISCE I NOSTRI SENSI, PER FARE EMERGERE IL RISULTATO INSIEME RAZIONALE E INCOSCIENTE DI UNA VISIONE CHE INCIDA PIÙ IN PROFONDITÀ. IN “H-ABITO” LA RIPRODUZIONE DEL PROPRIO AUTORITRATTO IN SERIE DI QUATTRO, IN CUI GLI OPPOSTI CHIARO-SCURO CONCORRONO IN MANIERA IDENTICA ALL'EMERSIONE DELLE FIGURE, RIMANDA A UNO DEI MOTIVI PECULIARI DELLA MIA RICERCA E DELLA COSTRUZIONE DELL'IDENTITÀ - CON LA COSCIENZA CHE IL RIFERIMENTO A SÉ NON DEBBA AVERE ESITO AUTOREFERENZIALE, MA ATTRAVERSO L'IMMEDESIMAZIONE VALERE COME ESPERIENZA COMUNE. IL BIANCO DELL’ABITO COME IDENTIFICAZIONE DEL SÉ, INFATTI SIA NELLA CULTURA OCCIDENTALE CHE IN QUELLA ORIENTALE L’ABITO BIANCO HA UN SIGNIFICATO DIAMETRALMENTE OPPOSTO DI VITA E MORTE. LA RIPRODUZIONE UGUALE E DIFFERENTE, L’ASIMMETRIA SIMMETRICA EQUIVALE ALLA RIFLESSIONE ALLO SPECCHIO, ALL’AUTOIDENTIFICAZIONE CHE ESCOGITIAMO OGNI VOLTA CHE OSSERVIAMO NOI STESSI. ABITO COME DEA MADRE, BASE, ELEMENTO PRIMARIO DELLA CREAZIONE, COME IDENTIFICAZIONE DEL SE’. DI CONSEGUENZA, DEA MADRE COME TESSUTO, LEGAME CON IL TERRITORIO, COME RADICI. IL LAVORO DI COSTRUZIONE DELL’ABITO, COME LA CREAZIONE DELL’ARTE, SI SOVRAPPONE ALLA GENERAZIONE DA PARTE DELLA DEA MADRE, SOTTOLINEANDO COME IN TUTTI E TRE I CASI AVVENGA UNA AUTOAFFERMAZIONE».

Elisa Anfuso e Dea Madre

«La figura della Dea Madre ha origini antichissime ed ha assunto, nelle varie mitologie, sfumature diverse. Elemento comune è l'aspetto ambivalente e la dialettica di cui si fa simbolo. Distruttrice e salvatrice, nutrice e divoratrice, elemento di mediazione tra l'umano ed il divino. Tutti i miei ultimi lavori, a partire dalla serie "di sogni, di carne", vogliono essere una mia indagine sul concetto di anima e di corpo e sulle dinamiche che da questa dualità scaturiscono. Così le scale diventano il simbolo del nostro legame col cielo. Mi piace raccontare la favola in cui tutti veniamo dal cielo e al cielo ritorniamo. E intanto abitiamo un corpo fatto di carne. Avessimo avuto le piume! Non possiamo volare. Dobbiamo starci dentro, tra il bene ed il male».

Jara Marzulli e Dea Madre

«Il magma ancestrale si impiglia
nella pelle come un pesce che abbocca,
come la pancia che aspetta il liquido
che si farà culla
Tranquillamente il nastro lega le storie
diverse e uniche
che consolano e rafforzano
questa femmina identità
Quasi si addormenta e si fonde come sirena».

giovedì 25 luglio 2013

Una sera a Locus Animae

Gabriele Colletto e Dea Madre

«Highlight nasce dal desiderio di far emergere un volto femminile da un campo bianco, quasi etereo, ma puro ed inviolabile. Bastano pochi colori per far si che tutto abbia una forma. La mostra Dea Madre raccoglie nel suo grembo Highlight, che, se pur di ridotte dimensioni, ha forza ed espressività e la sua collocazione fa da nucleo all'intera mostra. Highlight non è un lavoro a se, ma l'anteprima di un progetto».

jesoloslampoetry

Sabato 27 luglio, alle 21, nell'ambito di Locus Animae ci sarà jesoloslampoetry. Sarà uno slam particolare, si voteranno le poesie, non i poeti. Solo alla fine si conosceranno gli autori delle poesie in gara. Lo scontro sarà uno contro uno, eliminazione immediata ad alzata di mano del pubblico. Nel secondo e ultimo girone restano in gara tre poesie e la regola per l'eliminazione è la stessa. Solo con poesie libere da diritto d'autore.

lunedì 22 luglio 2013

Alessandro Attombri e Dea Madre

«La DEA MADRE procreatrice di vita, viene comunemente accompagnata da numerose situazioni strane, oserei dire singolari agli occhi “maschi”. Caratteristica che accompagna la donna, manifestatrice, come ombra inscindibile della sua esistenza. A sottolinearlo è la figura canina (suo compagno fedele) in posa anomala».

Ignazio Fresu e Dea Madre

«L’acqua, generatrice di vita, Dea Madre da sempre venerata, accoglie il visitatore proponendogli un percorso rituale ritmato e modulare».

Giuseppe Ciracì e Dea Madre

«Dea della Natura e della Spiritualità. Fonte divina di ogni nascita dà e sostiene la vita; è a Lei che la vita ritorna per rinascere come nei cicli della vegetazione.Per Locus Animae le due opere in esposizione hanno come supporto culturale e figurativo i disegni di Leonardo, circa 600, quasi tutti di anatomia, conservati nelle collezioni della Royal Library a Windsor. La connessione al pensiero scientifico leonardesco è denunciata sin dal titolo delle opere stesse, dove “RL” sono le iniziali della collocazione e gli elementi alfanumerici che seguono sono i riferimenti d’inventario dei singoli fogli. È la vita stessa che viene raffigurata in questi fogli come, soprattutto, nel foglio con lo studio embrionologico dei due feti.Le ossa, i tessuti, i fasci muscolari, i feti, le impronte digitali, l’osservazione dei fragmenta anatomici sono tutti elementi che conducono e riportano al nucleo caldo della vita e alla verità dell’Uomo che, in definitiva, è proiezione di quella di Dio».


Marianna Merler e Dea Madre

«Le mie opere sono connesse al tema “Dea Madre” analizzando la “Terra”, il “Mondo” e denotano una riflessione verso i problemi ad essa collegati; vogliono sottolineare la superficialità dell'uomo nei confronti dei temi della vita e del pianeta. Le guerre e il potere che consumano l'anima e inaridiscono la Terra, da secoli, senza tregua, si rincorrono in un gioco mortale. Gli uomini, attratti dall'avidità egoica e noncuranti delle preziose risorse che la natura ci offre rischia di distruggersi con le sue stesse mani, annegando nel petrolio, assetato di fama dimenticando la fame. I maya ipotizzavano la fine del mondo nel 2012 , ma secondo la mia visione, "Il mondo sta morendo", senza luce, nel fumo delle centrali nucleari, chissà dove andremo a finire?... In modo particolare l’installazione “Cosa resterà di noi?” tratta una riflessione profonda sul futuro dell’umanità».


domenica 21 luglio 2013

Aldo Trivellato per Locus Animae


Quando non c'era il tempo

Se l'umano ha un senso, è perchè sa raccontarsi. In principio, quando ancora le cose non erano, almeno in questo frammento dell'essere, narrato da Esiodo,  Abisso spalancava il proprio Caos. Nessuno aveva ancora detto le cose. Nel profondo mistero di questo tutto-nulla, si manifestarono i larghi fianchi di Gaia e l'indicibile che attrae e respinge, Eros. La passione che unisce e genera, raccolse, divise e scelse con logica, e prima ci furono sole e montagne, ninfe e mare, e poi Urano, il cielo, che con la notte avvolse Gaia e diede vita al tempo.
Il resto è noto. Le cose che sorgono hanno un nome, sono il bene ed il male, gli enti, gli esistenti che nascono e muoiono. Narrarli, spiegarli, è ancora compito umano che coinvolge l'antico mistero del dire e del narrare, l'ars poetica che fa essere simbolicamente le cose.
Nel tempo,  il racconto si fa composizione e le divinità più possenti sono maschie. Il fare prende il posto del manifestarsi. La creazione ed il suo opposto, la distruzione, divengono le idee con cui il mondo si forma. L'indistinto, diventa potenza dell'Io che sa, pensa, nomina e fa essere.
Il mistero profondo viene indagato, sfidato, riprodotto, moltiplicato, negandone l'originalità e frantumandolo nell'infinita moltiplicazione di se stesso.
Semi archetipali del non-tempo che era, prima che le cose fossero, rimangono nell'arte e nella parola. Gameti generativi che chi non si accontenta intuisce, chiamandoli stupore, poesia, scienza. Cellule germinali che alludono ancora al nascosto, al non spiegato, simboli del non distinto che si fa possibile: quando il pensiero umano si occupa di questo, al di là del fatto che a farlo sia un chimico, un artista, un ingegnere, un pazzo o un sacerdote,  la narrazione attinge all'inconsapevole, intuitivo, prima del tempo. I primi che provarono a dirlo, lo composero femmina, dea madre.
L'originante era oscuro uterino, segreto che diviene forma e sostanza. Il suo farsi era corpo opulento, generativo. Gonfie embrionalità declinate per millenni, se da sempre ci interroghiamo sul fatto che le cose che sono, possono anche non essere.
L'ottavo episodio di Locus Animae, riaffermando l'idea di un luogo in cui l'anima riflette su se stessa e sul proprio modo di manifestarsi, ritorna alla chance, alla possibilità di attingere ad un oscuro sapere, primigenio e primitivo, forza che precede l'era dei fabbricanti di universi.
Perchè l'umano ha un senso, solo quando si racconta.

Aldo Trivellato

In occasione di Locus Animae, Jesolo, luglio 2013